Leggenda del Rio Bagolo

Batzè in dal Rè de Begher

Questa leggenda ha dato origine al detto dialettale riguardante i Levizzanesi: “ Te batzè coun l’aqua dè rè Begher”. Dovete sapere, narra la nonna ai nipotini, che gli abitanti di Levizzano passano o sono passati alla storia con l’appellativi di essere stati battezzati con l’acqua del Rio Bagolo. Il sabato santo quando slegavano le campane a mezzogiorno, dopo la lunga, ( per non dire eterna ) messa della risurrezione di Cristo, si celebrava nella parrocchia o pieve antichissima di Torre Maina “ S. Petri in Insula “, ove convenivano tutti i parroci del vicariato e dopo la funzione portavano alle rispettive parrocchie l’olio degli infermi, che il vicino foraneo ( parroco di Torre Maina ) aveva ricevuto da vescovo di Modena nel Giovedì santo. Inoltre i parroci portavano alle loro parrocchie l’acqua Santa Benedetta nel rito del fonte Battesimale, sempre del Sabato Santo. Ma un anno che la storia non precisa e neppure ne tramanda il motivo dell’assenza del parroco di Levizzano; questi non potendosi recare a Torre, ne incaricò il sagrestano, dopo la lunga Messa del Sabato Santo, tornando a Levizzano per la via più breve, vale a dire toccando il Fiorilli, La Fratta e il Faggeto, quando fù al Rio Bagolo dovendo superare il dislivello del Rio stesso inciampò e gli si rovesciò tutta l’acqua benedetta. Che fare? Tornare ancora a Torre Maina gli rincresceva, tornare a casa senza Acqua Santa: apriti o cielo!! Si chinò sul Rio Bagolo che in primavera è ricco d’acqua ed attinse a quel famoso Rio L’acqua che poi servì per i battesimi. Aveva un poco di rimorso di coscienza il timorato sacrestano ma dentro di sé ragionò così “ L’acqua di tutti i fiumi del mondo scende dal cielo ed è mandata da Dio, quindi è benedetta”. E così le generazioni dei buoni cristiani della parrocchia di Levizzano vengono scherzosamente proclamati e bollati con la frase: “ Tè Batzè coun l’acqua dè Rè de Begher”

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